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Situazione sempre difficile per le famiglie italiane

Pubblicato il: 26 Maggio 2022

Situazione sempre difficile per le famiglie italiane

“Situazione sempre difficile per le famiglie italiane”

 

I principali risultati su consumi, fiducia e aspettative 2022 emersi dell’indagine Censis-Confcommercio

 

 

Premessa

 

 

Dopo lo shock del 2020, la fiducia delle famiglie prosegue il suo lento cammino verso il ritorno alla normalità, tuttavia la situazione resta ancora difficile: per oltre un terzo delle famiglie italiane in cima alle preoccupazioni c’è la crisi energetica, con il conseguente aumento delle bollette e dei carburanti che nel breve e medio termine ha effetti molto consistenti sulla capacità di spesa e di risparmio.

 

Circa un quarto delle famiglie italiane (il 26% per l’esattezza), si attende una riduzione del proprio reddito o dei consumi (il 24%). Il 47,6% si attende una riduzione dei risparmi, a fronte di un 43,3% che non prevede alcun cambiamento e di un 9,1% che prevede un incremento.

 

È nel segno dell’incertezza il quadro che emerge dal rapporto di ricerca realizzato da Confcommercio in collaborazione con il Censis (Istituto di ricerca socio-economica, Roma) - “Outlook Italia - Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2022” - frutto di una survey realizzata nel mese di marzo 2022 e divulgato nell’ambito dell’XXI edizione del Forum Confcommercio-Ambrosetti “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”.

 

Il questionario ha indagato nella prima parte i comportamenti dell’anno precedente (2021) mentre la seconda parte della rilevazione si riferisce al momento  stesso  dell’intervista (marzo 2022); le interviste ai responsabili degli acquisti familiari sono state dunque condotte proprio durante le fasi iniziali del conflitto Russo-Ucraino, nel momento in cui le sanzioni economiche  nei  confronti  della  Russia  erano  state  già  decise  e  implementate  e durante il progressivo allentamento  delle  restrizioni  dovute  alla  pandemia.

 

Tutte le opinioni,  i comportamenti,  le  previsioni  e  le  attese  per  il  futuro,  risultano pertanto  condizionati  sia  dalla  fine  dello stato di emergenza e dal possibile ritorno alla “normalità” sia dal protrarsi o meno della guerra in Ucraina. 

 

 

 

Capacità di spesa delle famiglie

 

Il primo grafico del rapporto Censis-Confcommercio fissa la percezione delle famiglie italiane rispetto all’anno precedente (Fig.1): il 15,9% delle famiglie italiane ritiene che la loro capacità di spesa si sia ridotta, tuttavia se il valore di marzo 2022 viene confrontato con il valore registrato ad aprile 2021 questa quota risulta quasi dimezzata, segnale positivo rispetto al 2021, ma continua comunque ad essere molto più alta rispetto al quadriennio precedente (2016-2020). Per circa la metà dei nuclei la capacità di spesa si è invece mantenuta sostanzialmente invariata (47,4% a marzo 2022 e 49,8% ad aprile 2021). Infine sale al 36,7% la quota di famiglie che riferiscono di un aumento nei consumi.






REDDITI, CONSUMI E RISPARMI NEL 2021


Nel corso dell’ultimo anno, grazie anche all’introduzione dei vaccini che ha permesso il superamento della fase acuta di emergenza sanitaria, si è assistito ad una ripresa significativa sia della produzione che dei consumi. Tuttavia, la situazione economica delle famiglie italiane non è totalmente tornata alla situazione pre-pandemia.

Il quadro generale di redditi, consumi e risparmi (Fig.2) delineato nel rapporto, fissa come circa un quarto delle famiglie dichiari una riduzione dei redditi (24,5%), il 15,9% delle famiglie italiane ritenga che, rispetto all’anno precedente, la loro capacità di spesa si sia ridotta (quota quasi dimezzata rispetto ad aprile 2021 ma ancora molto superiore rispetto al quadriennio 2016-2020), e quasi 1 famiglia su 2 abbia diminuito i risparmi.





MOTIVAZIONI DELLA RIDUZIONE DEI CONSUMI NEL 2021


Oltre alla lunga deriva della pandemia, con strascichi ancora molto evidenti in molti settori dell’economia italiana, nuovi fattori di crisi hanno caratterizzato gli ultimi mesi (fine del 2021-inizio del 2022). Primo tra tutti il continuo aumento del costo dell’energia. Tale aumento si innesta in una già pre-esistente carenza di materie prime o di componenti fondamentali, come i chip elettronici, causando un ingolfamento nella catena di forniture mondiali interrotte dai lockdown nei principali paesi manifatturieri internazionali, la Cina tra tutti. Come ulteriore fattore in grado di far aumentare ancora di più i prezzi e causare scarsità di materie prime fondamentali per l’economia italiana c’è sicuramente il conflitto in Ucraina.

A causa delle sanzioni imposte a Mosca si è interrotto sia l’import di materie prime e di prodotti energetici che l’export di prodotti elettronici e apparecchiature verso la Russia. Il conflitto ha inoltre interrotto la produzione ucraina di grano, olio di semi di girasole e acciaio fermando di fatto uno dei paesi in cui si concentrava la maggior produzione mondiale di questi beni.

Per questi motivi la quota di famiglie che ha dichiarato di aver ridotto i propri consumi ha indicato come principali cause: l’aumento delle spese obbligate (48,5%) - in particolare le bollette energetiche che hanno inciso in modo significativo sull’aumento generalizzato delle spese incomprimibili – la necessità di risparmiare per far fronte ad eventuali imprevisti (26,5%) e difficoltà lavorative (25%).





ORIENTAMENTI E ATTESE PER IL FUTURO


I dati che si riportano di seguito, fissati nella seconda parte del rapporto di ricerca Censis-Confcommercio, si riferiscono allo scenario che le famiglie prefigurano a partire dalla condizione di incertezza, quando non di concreta difficoltà, che stanno sperimentando nella fase attuale (primi mesi del 2022).

Le previsioni sull’andamento dei redditi, consumi e risparmi nel corso del 2022 ne sono la cartina di tornasole.

Circa 2/3 delle famiglie prevedono che redditi non varieranno mentre poco meno della metà che saranno i consumi (47,9%) o i risparmi (43,3%) a rimanere uguali all’anno precedente.

Per ciò che concerne invece le famiglie che prevedono cambiamenti, si segnalano le seguenti tendenze:

? innanzitutto il 26% delle famiglie ritiene che il loro reddito peggiorerà e solo il 9,6% ne prevede un aumento;
? in maniera opposta si muovono invece le percentuali relative alle previsioni di consumo: aumenterà per il 28,1% delle famiglie e diminuirà per il 24%;
? a corollario di ciò, risulta decisamente elevata la quota di famiglie che prevede di interrompere o ridimensionare la dinamica del risparmio (47,6%).





Il clima di fiducia delle famiglie verso il proprio futuro immediato si sta quindi, almeno parzialmente, ristabilendo dopo lo shock rilevato nel 2020 e l’inizio di ritorno alla normalità registrato nel 2021.

Tuttavia, l’alta quota di famiglie che prevede di diminuire i risparmi (47,6%), non compensata da una quota altrettanto alta di famiglie che prevede di aumentare i consumi (28,1%), sono i chiari indicatori di una situazione che rimane ancora problematica.



PREVISIONI DI ACQUISTO 2022: LA SECONDA METÀ DELL’ANNO IN CORSO


Per quanto concerne le previsioni di acquisto per la seconda metà dell’anno in corso, si legge nel report, due sono i fenomeni che meritano attenzione (fig. 5): da un lato, si registra un significativo recupero di intenzionalità che, per molte tipologie di beni, uguaglia quella manifestata nell’anno pre-pandemico (2019). Dall’altro c’è un aumento significativo nelle previsioni di spesa per ristrutturazioni edilizie, di acquisto di seconda casa e di acquisto di auto e moto.

Non è certamente casuale che sia per le ristrutturazioni che per il settore auto siano attivi o comunque previsti dei forti incentivi attraverso il Superbonus 110%, il bonus ristrutturazione, il bonus mobili, il bonus verde e gli incentivi di acquisto di auto e moto elettriche o basso emissive.

Si ridimensiona, invece, l’interesse per i prodotti tecnologici (27,7%) dopo l’aumento significativo dovuto al ricorso emergenziale della Didattica a Distanza e dello Smartworking che hanno nel 2021 ha portato le famiglie italiane a dotarsi di molti nuovi strumenti informatici.




In termini di propensione all’acquisto emergono consistenti differenze sulla base dello status socio-economico delle famiglie (auto-percepito e dichiarato durante l’intervista). Le distanze tra chi si colloca nel segmento “medio-alto” e “medio-basso” non sono elevatissime ma comunque sempre presenti in ogni categoria. Una frattura profonda riguarda le famiglie di status “basso” (il 6,5% del nostro campione): quelle che manifestano intenzioni di acquisto sono infatti meno della metà rispetto a quelle dei nuclei che si collocano nel segmento più elevato. Fanno eccezione gli acquisti di moto e scooter visti come mezzo di mobilità alternativo sia ad una più costosa autovettura che al trasporto pubblico, poco efficiente e non in grado di garantire un distanziamento sociale adeguato, sia l’acquisto di seconde case di vacanza, rivalutate in un contesto di viaggi completamente stravolto dalla pandemia.



IL CONTESTO GENERALE CHE STA DETERMINANDO
UNA MODERAZIONE DEI CONSUMI


Per quali ragioni ci si aspetta una riduzione dei consumi e dei risparmi?

Oltre la metà delle famiglie (54,8%) indica alcuni fattori di contesto, come l’aumento del costo dell’energia (20,5%), la paura di dover sopportare imminenti spese impreviste (15,2%), l’incertezza sul futuro (12,6%) causata dai grandi eventi internazionali, come una possibile recrudescenza della pandemia e la guerra in corso in Ucraina. Infine, come ultimo fattore (6,5%), la paura di perdere o ridurre le fonti di reddito familiare. Per poco meno della metà delle famiglie (45,2%) i consumi sono influenzati direttamente soltanto dalla situazione reddituale attuale.





CONCLUSIONE


Dal rapporto Confcommercio-Censis di aprile sul clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane emerge dunque un quadro con luci e ombre.

Partendo da queste ultime, emerge come la fiducia personale sul futuro prossimo è lontana dai livelli migliori raggiunti in passato. Ciò va piuttosto d’accordo con il crollo del clima di fiducia delle famiglie registrato sempre a marzo dall’Istat ed è un elemento che converge nell’indicare che mancherà, probabilmente per tutto il 2022 quella spinta ai consumi derivante da un deciso incremento della propensione alla spesa. Non dovremmo assistere dunque, o almeno non nella misura attesa fino a qualche mese fa, a quella traduzione dei risparmi forzati in maggiori consumi che avrebbe potuto sospingere la spesa, e quindi il PIL nel delineare la completa ripresa dopo lo shock pandemico.

Si può affermare, che senza una recrudescenza dell’inflazione e senza le tensioni geo-politiche, avremmo osservato probabilmente non il -0,6% della figura A ma qualcosa tra +15% e +20% come scarto tra ottimisti e pessimisti. Ve ne erano tutte le condizioni almeno fino a novembre scorso.

Quanto alle luci, spiragli sono visibili dalle evidenze. Pure in un clima prospettico negativamente orientato per diverse ragioni, le intenzioni di acquisto, declinate su varie grandi categorie di beni, non appaiono così depresse. Da una parte l’ampia gamma di incentivi, dall’altra la cospicua ricchezza accumulata in forma non protetta dall’inflazione, contribuiscono a tracciare un quadro di potenziale incremento della spesa.

Dalla nota informativa di aprile a cura dell’Ufficio Studi Confcommercio - “Economia e Consumi in Italia, 2022-2023” - si apprende come le speranze di un consolidamento dei consumi siano rimandate, probabilmente alla fine del 2023, ma non sono del tutto perdute. Dipenderà molto dalla durata del conflitto in Ucraina e dalle implicazioni sui prezzi energetici e, quindi, sull’inflazione e sulla tenuta del potere d’acquisto.

La coesistenza di un forte impulso inflazionistico e di una fiducia in ribasso, stanti dinamiche poco brillanti sia della ricchezza sia del reddito disponibile, determinerebbe, quindi, un sostanziale rallentamento nella variazione dei consumi rispetto al 2021.





Per un approfondimento


Rapporto di ricerca completo “ Outlook Italia”, Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2022, Censis-Confcommercio Imprese per l’Italia, 27 aprile 2022.

Nota metodologica del rapporto: L’indagine è stata effettuata su un campione di 1.000 famiglie stratificate per macro-area di residenza, per ampiezza demografica del comune di residenza, per età del capofamiglia e tipologia familiare. Le interviste sono state dal 23 al 31 marzo 2022 attraverso la somministrazione di un questionario a risposte chiuse con tecnica mista CATI (75%) e CAWI (25%).

Economia e consumi in Italia, 2022-2023, aprile 2022, a cura di Ufficio Studi Confcommercio. La nota è stata redatta con le informazioni disponibili al 15 aprile 2022 da Mariano Bella, Silvia Criscuolo, Silvio Di Sanzo, Francesco Lioci, Luciano Mauro, Vesna Oshafi, Livia Patrignani – Ufficio Studi Confcommercio

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