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CONSUMI, INFLAZIONE E CRISI ENERGETICA

Pubblicato il: 27 Settembre 2022

CONSUMI, INFLAZIONE E CRISI ENERGETICA

CONSUMI, INFLAZIONE E CRISI ENERGETICA

Verso l’autunno e una “recessione mite”

 

 

 

 

I Consumi

“Congiuntura Confcommercio”, settembre 2022

Nei mesi estivi le turbolenze che da tempo caratterizzano il quadro economico internazionale non si sono attenuate, consolidando i timori di un possibile brusco ridimensionamento dell’attività. In particolare, i mercati delle materie prime, soprattutto quelle energetiche, continuano ad essere attraversati da tensioni che alimentano i rischi di ulteriori rialzi dell’inflazione. Su questi elementi grava anche il rischio di futuri razionamenti dell’energia nei Paesi europei.

 

Il direttore dell'Ufficio Studi nazionale di Confcommercio, Mariano Bella, sottolinea come “l'economia italiana mostri segnali di un possibile rallentamento nell’ultima parte del 2022, dopo un primo semestre positivo ben al di là di qualsiasi aspettativa.  I consumi, misurati nella metrica dell’ICC (Indice dei Consumi Confcommercio), sono tornati a registrare ad agosto, per la prima volta da febbraio 2021, una riduzione dell’1,2 % su base annua (Tab. 1).

 

La tendenza ad un atteggiamento più prudente da parte delle famiglie comincia a interessare in misura abbastanza diffusa tutto il segmento dei beni. Anche per i servizi, che nel loro complesso hanno confermato anche ad agosto la tendenza al recupero, emergono segnali di minor dinamicità. Il rallentamento della domanda si inserisce in un contesto in cui per la maggior parte dei segmenti di consumo si è ancora distanti dai livelli precedenti la pandemia.

 

 

Le dinamiche tendenziali dei consumi delle famiglie.

Variazioni % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Anche ad agosto 2022 la domanda delle famiglie si è concentrata sul recupero dei consumi di servizi, seppure in misura più contenuta rispetto a quanto rilevato  nei mesi  precedenti.  In molti  casi,  nonostante  le  positive performance  degli  ultimi  mesi,  i  livelli  di  consumo rimangono distanti dai valori del 2019.

 

Anche ad agosto la situazione più critica si conferma quella dell’automotive (-8,4% su base annua), settore in cui la perdurante debolezza della domanda ha portato ad un calo del 29,8% nel confronto tra i primi otto mesi del 2022 e lo stesso arco temporale del 2019. Prosegue anche ad agosto la riduzione della domanda per gli alimentari (-3,2% su base annua), i cui consumi, a volume, sono tornati, nel complesso del periodo gennaio-agosto 2022, sui livelli del 2019.

 

Elementi di difficoltà cominciano a emergere in molti settori, in particolare i mobili (-4,1% su agosto 2021), i carburanti (-1,5%)  e gli  elettrodomestici  (-0,9%), che avevano  mostrato nel  recente  passato  una  certa  vivacità.  Nonostante l’accettabile andamento dei saldi permane difficile anche la situazione dell’abbigliamento e delle calzature (-1,9% tendenziale ad agosto).

 

Per quanto riguarda i servizi va segnalato che, nonostante i decisi recuperi dei mesi primaverili ed estivi, il confronto dei primi otto mesi del 2022 segnala distanze significative  con  i  livelli  dello stesso periodo del 2019.







Inflazione in crescita

Prezzi al consumo in aumento, tra beni energetici e “carrello della spesa”


Dall’ultima nota diffusa dall’Istat sui prezzi al consumo (NIC*), emerge come siano l’energia elettrica e il gas del mercato libero a produrre l’accelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (in parte mitigata dal rallentamento di quelli dei carburanti) e a spingere, insieme con gli alimentari lavorati e i beni durevoli, l’inflazione a un livello (+8,4%, Fig 1) che non si registrava da dicembre 1985 (quando fu pari a +8,8%).
Accelerano, così, l’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi (+4,4%; non era così da maggio 1996 quando fu +4,7%), quella al netto dei soli beni energetici (+5,0%; non era così da febbraio 1996 quando fu +5,1%) e i prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” (+9,6%; un aumento che non si osservava da giugno 1984, quando fu +9,7%).
Ad agosto l’accelerazione su base annua dell’indice generale dei prezzi al consumo NIC (da +7,9% di luglio a +8,4%) si deve quindi ai prezzi dei beni (da +11,1% a +11,8%) e, in misura minore, a quelli dei servizi (da +3,6% a +3,8%).

L’accelerazione dei prezzi dei beni è imputabile prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici (da +42,9% di luglio a +44,9%; +2,5% la variazione congiunturale), a causa della componente non regolamentata (comprende i carburanti per gli autoveicoli, i lubrificanti, i combustibili per uso domestico non regolamentati e l’energia elettrica mercato libero) che registra un’accelerazione (da +39,8% a +41,6%; +3,0% rispetto al mese precedente), mentre quella regolamentata (che include le tariffe per l’energia elettrica mercato tutelato e il gas di rete per uso Domestico) pur continuando a registrare una crescita molto sostenuta rimane stabile (+47,9%; nullo il congiunturale).

L’accelerazione dei prezzi degli Energetici non regolamentati è dovuta ai prezzi dell’Energia elettrica mercato libero (da +109,2% a +135,9%; +20,5% sul mese) e a quelli del Gas di città e gas naturale mercato libero (+22,8% su base mensile; la crescita tendenziale dei prezzi del Gas di città e gas naturale nel loro complesso sale così a +62,5%, da +42,8% di luglio). Questa dinamica è stata solo in parte compensata dal rallentamento dei prezzi del Gasolio per mezzi di trasporto (da +30,9% a +18,2%, -9,2% il congiunturale), della Benzina (da +22,3% a +8,8%; -10,4% da luglio) e del Gasolio per riscaldamento (da +52,5% a +43,6%; -6,0% sul mese).

Accelerano anche i prezzi dei Beni alimentari (da +9,6% di luglio a +10,1%; +0,9% la variazione congiunturale) a causa di aumenti generalizzati dei prezzi degli Alimentari lavorati la cui crescita sale da +9,5% a +10,4% (+1,1% sul mese) e, in misura più contenuta, dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +9,6% a +9,8%; +0,5% da luglio), che registrano la lieve accelerazione dei prezzi dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +12,2% a +12,4%; nullo il congiunturale) solo in parte compensata dal rallentamento di quelli della Frutta fresca o refrigerata (da +8,8% a +8,3%; +0,6% su base mensile).



Guardando ai prezzi al consumo per “divisione di spesa”, ad agosto la crescita tendenziale (ago22-ago21) dei prezzi al consumo si deve prevalentemente all’accelerazione dei prezzi di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (da +24,7% di luglio a +31,5% di agosto) dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (da +10,0% a +10,5%) e di Mobili, articoli e servizi per la casa (da +5,5% a +6,0%) e, in misura minore, di quelli di Ricreazione, spettacoli e cultura (da +1,2% a +1,9% di agosto) (Fig 2). Tale dinamica è stata solo in parte compensata dal rallentamento dei prezzi dei Trasporti (da +13,9% a +10,3%), mentre continuano a flettere, ma in misura meno ampia da luglio, i prezzi delle Comunicazioni (da -3,9% a -3,7% di agosto).



* L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è utilizzato come misura dell’inflazione per l’intero sistema economico.




Veneto e Provincia di Treviso


Ad agosto l’inflazione nelle diverse ripartizioni geografiche (Fig. 3) è più alta di quella nazionale nelle Isole (in accelerazione da +9,2% a +9,8%) e nel Nord-Est (da +8,4% di luglio a +8,9% di agosto), mentre si posiziona al di sotto nel Sud (da +7,8% a +8,3%), nel Centro (da +7,8% a +8,1%) e nel Nord-Ovest (da +7,6% a +7,7%).



Guardando ai prezzi al consumo per “divisione di spesa” in Provincia di Treviso (Fig. 4), ad agosto la crescita tendenziale (ago22-ago21) dei prezzi al consumo si deve prevalentemente all’accelerazione dei prezzi di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili da +24,6% di luglio, (+24,7% nazionale) a +32,8% di agosto (+31,5% nazionale), dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche da +10,1% di luglio (+10,0% nazionale) a +10,8% di agosto (+10,5% nazionale) e di Mobili, articoli e servizi per la casa, da 7,7% di luglio (+5,5% nazionale) a +8,1% di agosto (+6,0% nazionale), stabili i servizi ricettivi e di ristorazione +6,8% (+6,5% nazionale). Tale dinamica è stata solo in parte compensata dal rallentamento dei prezzi dei Trasporti, da +14,2% (+13,9% nazionale) a +10,3% di agosto, pari al nazionale, mentre continuano a flettere, ma in misura meno ampia da luglio, i prezzi delle Comunicazioni da -4,3% di luglio (-3,9% nazionale) a -4,1% di agosto (-3,7% nazionale).





Prospettive 2022-2023

Ora l’ipotesi di una recessione “mite,” poi l’assenza di crescita.


Metà dell’inflazione è causata dall’energia in modo diretto e tra il 60-80% in modo indiretto considerando le materie prime alimentari e non. Nonostante crisi gravissime a livello internazionale, l’Italia ha reagito bene, meglio degli altri Paesi europei, ma il caro energia inarrestabile rende più concreti i rischi di recessione. Una recessione probabilmente contenuta, “mite”, ma pur sempre penalizzante, ecco perché in raccordo con l’Europa, afferma il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, bisogna mettere in campo con la massima urgenza interventi strutturali per superare l’emergenza energetica, contenere l’inflazione ed evitare il pericolo recessione.

In questo contesto, se l’inflazione e le tensioni sulle materie prime non si allenteranno, afferma il responsabile dell’Ufficio Studi di Roma, Mariano Bella, “si prevede che nel panorama nazionale ci saranno 120.000 imprese a rischio chiusura entro la prima metà del 2023. È una stima estremamente prudenziale che considera solamente le imprese più piccole e solo il 10% meno redditivo.”

Sulla base delle stime Confcommercio, a settembre si dovrebbe registrare, rispetto ad agosto, un incremento dei prezzi al consumo dello 0,6% con una variazione del 9,2% su base annua.

La crescita dei prezzi, seppure diffusa, continuerà a essere particolarmente accentuata tra molti dei beni e dei servizi che rientrano nelle spese obbligate (energia) o ai quali le famiglie possono difficilmente rinunciare (alimentare).

In un contesto di stagnazione o riduzione del reddito disponibile questa situazione è destinata a riflettersi sulla domanda di quella parte dei consumi liberi, soprattutto i servizi, ancora distanti dai livelli pre-pandemia.

Per quanto riguarda le famiglie, le previsioni per Natale ipotizzano una diminuzione della spesa di 2,5 miliardi rispetto al terzo quarto 2022, mentre per il prossimo anno 2023 ci si attende un minimo aumento dei consumi con il ritorno ai livelli 2016.


Per un approfondimento sui temi e per ulteriori dati:


Nota Congiuntura Confcommercio 8, Ufficio Studi Confcommercio, Roma, 15 settembre 2022 www.confcommercio.it/


Nota Flash “Prezzi al Consumo, dati definitivi di agosto”, ISTAT, Roma, 16 settembre 2022 www.istat.it/


Portale dati istat: http://dati.istat.it/



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